Pavimento pelvico, dalla terapia alla chirurgia

//Pavimento pelvico, dalla terapia alla chirurgia

Il pavimento pelvico è una zona anatomica costituita da fibre muscolari che rappresenta la chiusura inferiore del bacino
su cui poggiano l’utero e il retto. Quando i legamenti di questi organi si allentano o si rompono, oppure il pavimento
pelvico è troppo rilassato, gli organi tendono a scendere verso il basso e si ha un prolasso. Nelle forme iniziali la
terapia riabilitativa dei muscoli pelvici è la soluzione migliore, quando invece il prolasso è di grado più severo è
necessario ricorrere alla chirurgia.

Cinque milioni di donne condividono il problema del prolasso uterovaginale, una disfunzione de pavimento pelvico legata al progressivo invecchiamento dei tessuti. La paziente tipica è una donna con più di cinquant’anni, spesso in sovrappeso. Tuttavia possono esserne affette anche donne più giovani non ancora entrate in menopausa. Ma esattamente di cosa parliamo?

Nella donna la vescica e l’utero e il retto poggiano sul pavimento pelvico, una zona anatomica costituita da fibre muscolari che rappresenta la chiusura inferiore del bacino. Questi organi sono sostenuti dai legamenti. Se non ci fossero questi sostegni, gli organi cadrebbero uno sull’altro.

È proprio quando i legamenti si indebolisco, si allungano o si rompono, oppure quando il pavimento pelvico è troppo rilassato, che gli organi tendono a scendere verso il basso all’interno della vagina fino addirittura a uscirne. Il problema può interessare la vescica (si parla di cistocele), il retto (rettocele) o l’utero (isterocele) e può accadere che i fenomeni si manifestino anche in combinazione tra loro. I sintomi possono presentarsi con consequenzialità: si parte da una sensazione di peso in vagina e dalla percezione tattile o visiva del prolasso; si manifestano inoltre problemi alla minzione e perdita involontaria di urine; aumentano inoltre la frequenza della minzione e le infezioni e spesso si verificano problemi intestinali e si presentano sanguinanti, dolore, bruciore esterni. Naturalmente compaiono anche varie disfunzioni sessuali.

Le cause del prolasso

Le cause del prolasso possono esser diverse. Ad esempio è frequente nelle donne che hanno partorito mentre è raro in quelle senza figli perché la maggior parte dei problemi si verifica durante l’espulsione del feto, quando possono prodursi lesioni muscolari o dei legamenti pelvici. Anche la menopausa può essere causa di questa patologia: il prolasso tende a manifestarsi in questo periodo perché la ridotta produzione di estrogeni determina una perdita di collagene e di fibre elastiche nei legamenti. A queste cause principali se ne possono aggiungere altre: ad esempio una predisposizione familiare o fattori che comportano un aumento cronico della pressione addominale come tosse cronica, obesità, stipsi e attività lavorative pesanti.

Dalle terapie “dolci” alla chirurgia

Nelle forme iniziali la terapia riabilitativa dei muscoli pelvici è la soluzione migliore: la chinesiterapia perineale consiste ad esempio in una serie di esercizi di contrazione e rilasciamento dei muscoli del pavimento pelvico al fine di rinforzare il sistema di sostegno degli organi. Questa tecnica non pretende di risolvere totalmente e durevolmente il problema, tuttavia i risultati sono soddisfacenti e permettono di evitare spesso l’intervento chirurgico.
La chinesiterapia è consigliabile anche nell’ottica di una terapia di prevenzione delle donne che, dopo il parto, presentano già un’incontinenza urinaria. Quando invece il prolasso è di grado più severo è necessario ricorrere alla chirurgia. «Vi sono tecniche chirurgiche mini invasive», spiega Vincenzo Mirone, Segretario della Società italiana di urologia, «che permettono di ancorare l’utero al sacro. In taluni casi è possibile inserire delle benderelle per via vaginale o attraverso il forame otturatorio che permettono di stabilizzare, senza tensione, il pavimento pelvico e l’uretra. In casi particolari è indicata l’isterectomia che consiste nella rimozione chirurgica dell’utero». La correzione del prolasso può quindi essere eseguita in centri specializzati con diversi approcci: certamente però grazie alle nuove tecniche è sempre più possibile risolvere questo problema senza ricorrere a interventi importanti come l’isterectomia,
cioè la rimozione dell’utero.

(Fonte: ufficio stampa SIU)

2017-09-20T12:43:06+00:0020 Settembre 2017|News & Link Utili|